Perché parliamo in equivalenti di CO2?

Pubblicato il 18 aprile 2024

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Ogni gas a effetto serra ha un impatto differente

Se tutti i gas a effetto serra funzionassero allo stesso modo, sarebbe troppo semplice. In realtà, ognuno di questi gas possiede delle caratteristiche differenti.

Il tempo di permanenza

Ognuno di questi gas resta nell’atmosfera più o meno tempo, e continua ad agire durante tutto questo “tempo di permanenza” aumentando l’effetto serra.

Esempi:

Gas a effetto serra

Tempo di permanenza

Anidride carbonica ( CO2)

100 anni

Metano (CH4)

12 anni

Ossido di azoto (N2O)

120 anni

Vapore acqueo (H2O)

10 giorni


La forzatura radiativa


Per differenziare i diversi impatti che questi gas hanno sul riscaldamento globale si utilizza il concetto di forzatura radiativa. La forzatura radiativa misura l’alterazione che una specie chimica provoca nel bilancio energetico della Terra, ossia il suo contributo all’effetto serra aggiuntivo. Questo flusso di energia si misura in W/m2.

L'aggettivo “radiativo” si riferisce alla misurazione in raggi. Più precisamente, si misura la differenza tra il raggio solare che entra nell’atmosfera e le emissioni di raggi infrarossi che escono dall’atmosfera.

Per esempio, una forzatura radiativa positiva indica che c’è un aumento nella contribuzione all’effetto serre e quindi al riscaldamento climatico. Al contrario, se registra una forzatura radiativa negativa significa che la Terra riceve meno energia di quella che ne invia. La forzatura di un gas dal forzante radiativo negativo comporta quindi un abbassamento dell’efficacia dell’effetto serra e, di conseguenza, il raffreddamento del Pianeta.

Ogni gas a effetto serra possiede un forzante radiativo diverso e contribuisce quindi diversamente al riscaldamento globale.

Come paragonare allora i diversi gas serra e il loro impatto?

Come abbiamo visto, i gas serra hanno due caratteristiche principali che impattano il riscaldamento globale: il loro tempo di permanenza e la loro forzatura radiativa. Per poter paragonare i gas serra facilmente è stato creato un indicatore comune: il GWP « Global Warming Potential » (in italiano “potenziale di riscaldamento globale”).

Come si calcola? Basta misurare il forzante radiativo di un gas a effetto serra su un periodo di 100 anni (per neutralizzare così la questione del tempo di permanenza) e compararlo a quello della CO2. Per convenzione, la CO2 a un GWP uguale a 1.

Di seguito, il GWP di alcuni gas a effetto serra:

Nome

Formula chimica

GWP in 100 anni

Anidride carbonica

CO2

1

Metano

CH4

30

Ossido di azoto

N2O

265


In questo modo possiamo constatare che il metano ha in media un potenziale di riscaldamento globale 30 volte superiore a quello dell’anidride carbonica. Ciò significa che se emettiamo 1 kg di metano nell’atmosfera, l’impatto in termini di effetto serra su scala secolare sarà lo stesso di quello che otterremmo emettendo 30 kg di CO2!

Possiamo quindi paragonare i differenti gas a effetto serra e il loro impatto considerando gli “equivalenti di CO2”. Per un gas a effetto serra, l’equivalente di CO2 corrisponde alla quantità di CO2 che, in un dato periodo di tempo, avrebbe la stessa capacità di surriscaldare il Pianeta. Questo concetto, semplice da comprendere per il grande pubblico, è utilizzato soprattutto dai media.

Per esempio: una mucca da latte emette circa 100 kg di metano per anno, che ha lo stesso potenziale di riscaldamento globale di 3 tonnellate di CO2 per anno. Si può dire quindi che una mucca da latte emette “3 tonnellate di CO2 equivalente per anno”. La stessa quantità che un auto nuova emette percorrendo 25’000 km.


Ecco quindi un’unità di misura comune e molto pratica per misurare correttamente l’impatto dei gas a effetto serra sul riscaldamento globale, a prescindere dal tipo di gas, il paese, o il settore (trasporti, agricoltura…)che analizziamo.